About Fafiki

La storia di Fafiki: quando un filo diventa libertà

Il brand Fafiki nasce da una ribellione silenziosa.

Per oltre 10 anni ho gestito spedizioni internazionali. Uscivo di casa alle 6:30 del mattino e rientravo alle 20:30 di sera, immersa in un mondo di scadenze impossibili, bugie e compromessi. Ero un manager in un sistema che sfruttava gli autisti e consumava me. Ma non smettevo di sognare qualcosa di più grande, quasi come se una parte di me sapesse di meritare di più.

Poi sono diventata mamma, e tutto è cambiato.

Dopo soli tre mesi di maternità ho dovuto tornare in ufficio. Il giorno in cui mia figlia ha detto "mamma" per la prima volta – guardando la sua babysitter – qualcosa dentro di me si è spezzato. Mi sono chiesta: che senso ha tutto questo?

Una sera, frustrata e stanca, ho ritrovato i miei vecchi ferri dell'uncinetto. Mia nonna me li aveva regalati quando avevo 5 anni, insegnandomi un progetto complicatissimo: due guanti a cinque dita. Ricordo ancora le sue mani pazienti che guidavano le mie, quel dialogo silenzioso fatto di nodi e fili.

Ho ricominciato a creare, prima per calmare i nervi, poi per ritrovare me stessa. Disfacevo ogni pezzo dopo averlo finito – non avevo il coraggio di credere che potessero valere qualcosa. Mi sentivo sprecata, ma continuavo.

Finché una mia amica, allergica a tutti i metalli, mi ha chiesto aiuto. Le ho creato una collana interamente intrecciata, senza componenti metallici. Quando l'ha indossata, i suoi occhi si sono illuminati: era la prima volta che poteva portare un gioiello senza soffrire.

È stato allora che ho capito: potevo trasformare quella passione in qualcosa di reale.

Qualche tempo dopo, ho preso coraggio. Ho investito in materiali veri – ambra baltica dalla mia Polonia, cristalli, pietre preziose – e ho smesso di disfare i miei pezzi. Una cliente mi ha ordinato 9 gioielli per la comunione di sua nipote. Mi ha scritto: "Voglio essere bella con i tuoi gioielli." Mi sono commossa. Gioiello dopo gioiello, ho iniziato ad avere una piccola rete di clienti che tornavano da me, ancora e ancora.

Persino le mie amiche e parenti in Polonia, durante le mie visite annuali, hanno iniziato a chiedermi pezzi unici. Quasi non mi sembrava vero.

Oggi, nel mio studio, ogni volta che inizio a creare non so mai cosa nascerà – mi perdo completamente, stacco dal mondo, e quando "torno" trovo tra le mani qualcosa che nemmeno immaginavo. È pura gioia.

Ho chiamato questo progetto Fafiki – in polacco significa "un cane senza razza, un meticcio". Mia mamma mi ha suggerito questo nome con ironia, quando non riuscivo trovare un nome giusto per il mio progetto e ci mettevo troppo tempo per farlo, che tutti bei nomi erano già impegnati: "Che cavolo fai, due fafiki camminano per strada... vedrai che sarà libero!" Mi ha colpito quella parola piena di umiltà e semplicità. Come i miei gioielli: senza etichette, senza mode da seguire. Solo autenticità.

Ogni pezzo che creo è pensato per donne che, come me, hanno rinunciato a troppo e ora vogliono riprendersi la loro bellezza, la loro unicità. Donne che non cercano gioielli per apparire, ma per sentirsi finalmente se stesse.

Benvenuta in Fafiki. Benvenuta a casa. 🌿



Credo che la vera bellezza sia quella che nasce dal cuore e dalle mani.

🌸 Con affetto, Kinga 🌸